Quando rigettiamo fuori dai confini dell’umanità un qualsiasi essere umano perchè ha commesso orrendi delitti, considerandolo come un mostro, una bestia, un dis-umano, operiamo un meccanismo di difesa collettiva comprensibile ma non logica o realistica. L’essere umano– qualsiasi cosa abbia commesso–è e resta un essere umano come noi; diverso soltanto dal modo sbagliatissimo e censurabile di pensare e di comportarsi. Si potrebbe definire tale modalità come folli se non fosse per il rischio di considerarlo come un “alienato” e quindi estraneo alla nostra comune umanità. Questo non significa però accettare e assolvere un gesto nocivo personale o alla società! Però nulla di ciò che un essere umano è capace di pensare, sentire e fare può esserci estraneo totalmente, poiché ne siamo almeno potenzialmente capaci anche noi. Condividiamo la stessa umanità con le grandi menti, gli artisti, i benefattori, ma la condividiamo anche con i delinquenti, i dittatori, le menti de male. E’ più facile ammettere la prima parte mentre risulta assai più difficile condividere l’altra faccia della medaglia. Ma così è, poiché siam fatti della stessa materia. La faccenda più tomentosa e angosciante è quella che apprendiamo giornalmente quando gli esseri umani simili a noi sono stati capaci di fare del male ad altri della stessa specie: l’uomo contro la sua natura… E questo ci mortifica. E’ veramente opprimente e triste quando la ragione e il sentimento umano vengono mortificate e assoggettate dall’odio, dalla persecuzione, dal massacro di bambini o di persone che non possono difendersi di fronte ai più imbecilli e micidiali deragliamenti dell’essere umano. Tutto ciò poi si allarga su un piano detto di massa sul fanatismo ideologico, religioso, razziale o economico. Ne abbiamo esempi attuali dove in nome di qualche artatamente malintesa riga di un testo sacro e sul nome abusivo di una religione, i fanatici terroristi suicidi (magari armati da Stati compiacenti che poi si scandalizzano ipocritamente all’opinione pubblica) si dichiarano islamici e pretendono di rappresentare tutta la immensa moltitudine di popolazione civile araba. Già, le pretese, che in qualche altro articolo ho già menzionato ricordando i pensatori classici ed Ellis. Ma oltre a ciò, si verificano vicende in cui la mancanza di rispetto verso se stessi; e conseguentemente verso gli altri, arriva a vette disgustose. Il dato fondamentale è che quel poco di civiltà che ci siamo conquistati da quando si viveva come le bestie ed il più forte aveva facoltà di vita, di possesso, di sfruttamento e persino di morte sul più debole, è scivolata nella dolorosa incapacità di incamminarsi sulla strada del rispetto e della tolleranza verso gli altri esseri: così simili ma così diversi. (R.P.R)