(torna a casa Speedy Gonzales)
Il velocista Usain Bolt in pista di corsa non ha rivali. Nessuno riesce come a lui a correre i 100 metri in 9,58 secondi, ma…a letto…ci sono una schiera di “atleti” dal salto quantico, dalla velocità supersonica. Eh già, quanti ragazzi (e anche quelli più in là con gli anni) che si rivolgono, dopo varie processioni magiche o mediche (andrologo, urologo) allo psicoterapeuta. D’altra parte le donne più romantiche pensano: “Che ne resta di te o della tua poesia?”, “L’ombra del tuo amore scivola subito via, senza pena e senza anima”. Quelle invece più tenaci e disperate aggiungono: “Né sapore, né idea, si muove appena, mi sento un mondo che mi scoppia dentro, un colpo che non fa centro, mi ami o no?”, “Statua sommersa, impacciato miraggio lontano”. “Pensi ad un’altra?” È la cellulite? È il peso? Sono le smagliature?”. Infine ci sono quelle più ottimistiche che pensano: “Beh, sono così eccitante che il suo pensiero batte l’azione”.
Ok! Come volete! Ma il risultato è lo stesso!
Più che soddisfatte, dovreste essere rimborsate! E passiamo adesso all’uomo della “clava”. Loro molto spesso poi, dopo il primo round conclusosi mestamente secondo la teoria di Einstein, si ritirano con la coda tra le gambe. Ma spesso, con un imbarazzante deresponsabilizzante orgoglio, attribuiscono la fallimentare performance, paranoicamente, alla donna che sarebbe stata la responsabile di non averlo coinvolto nel “giusto modo” e nei “giusti tempi”. NEW GENERATION: “Fammi andare dalla mamma a prendere il latte”. Eh, il tempo è come un killer. Fortunatamente esistono dei maschietti che per onesta ammissione (o per “pistola puntata” dalla partner) e volontà decidono di prendere nelle mani la questione. Non tratterò qui gli aspetti farmacologici, erboristici, omeopatici oppure le tecniche di ipnosi, di rilassamento o comportamentali che avrebbero a loro modo un utile ruolo benefico. Mi limiterò invece alla descrizione di una tecnica psicoterapeutica strategica di “sblocco” che poi andrebbe ulteriormente integrata in una ristrutturazione cognitiva-emotiva-comportamentale e relazionale. I maschietti sono di solito più “idraulici”; sistemata la tubatura, tutto è ok! Si analizzano dapprima le tentate soluzioni¹ che utilizza il paziente per evitare l’eiaculazione ante portam². Spesso avviene che il ragazzo/uomo è tutto concentrato sulla “bella figura”, cioè sul desiderio di portare all’eccitamento la partner al livello più alto possibile, secondo le personali più o meno raffinate qualità preparatorie, nell’ipotesi che poi la penetrazione sarà (sic!) forzatamente breve. Ma nel fare ciò egli stesso ne rimane eccitato e questo dura per tutta la “preparazione” determinando alla fine una sensazione di urgenza, che insieme allo stato ansioso che aleggia, inevitabilmente si realizza la profezia temuta (cioè il rubinetto perde da tutte le parti). La prescrizione che viene data ai pazienti (con un linguaggio suggestivo) si basa sulla ripetizione cadenzata: “La prossima volta che avrai un rapporto sessuale con la tua partner, non dovrai indulgere nei preliminari, anzi, dovrai effettuare subito la penetrazione avendo l’accortezza di condurre il rapporto alla sua conclusione il più presto possibile…passato un certo intervallo di tempo ti impegnerai in un secondo rapporto sessuale e stai ad osservare che cosa accade”. Si tratta insomma di ricorrere allo stratagemma di spostare l’attenzione su un diverso obiettivo, cioè il secondo rapporto. Nella seconda seduta il paziente riferisce che spesso il primo rapporto è durato molto di più del solito e il secondo è stato soddisfacente per entrambi. Si somministra la stessa prescrizione ed eventualmente si inseriscono altre modalità terapeutiche su misura dell’individuo. La spiegazione in breve è questa: invece di utilizzare le classiche prescrizioni mediche o di altro tipo (semmai si può anche combinarle insieme a seconda dell’esigenza), cioè le tentate soluzioni superficiali che complicano di più il problema, si prescrive paradossalmente l’annullamento di tali tentativi di soluzione, consigliando un rapporto sessuale naturale, senza interferenze o forzature della volontà o della razionalità. Invece di dilungarsi in annose spiegazioni dettagliate, spesso infruttuose, si utilizza una sorta di spostamento dell’attenzione, un depistaggio dall’atto sessuale in corso verso invece quello da farsi in un secondo tempo. Viene a calare l’ansia legata alla prima eiaculazione con conseguente aumento del tempo di latenza. La “seconda” infatti avverrà in un clima di maggior serenità (per il successo raggiunto nel ritardo della prima eiaculazione) e in un contesto psicofisiologico diverso (l’assetto neuroendocrino è modificato dalla prima eiaculazione) nonché per il differimento nel tempo dell’orgasmo.
“Buon divertimento”
(altrimenti il terzo gode)
Dr. Riccardo Pulzoni
NOTE
1. La ricerca delle tentate soluzioni è un “riduttore di complessità” che permette di focalizzare l’attenzione non tanto sulle cause remote del problema, quanto su ciò che viene fatto dal paziente, dalla partner o dai suoi curanti e che, invece di risolvere il problema, lo trasforma in una trappola e quindi in una vera e propria patologia o disagio.
2. EIACULAZIONE PRECOCE
Persistente o ricorrente eiaculazione che segue una minima stimolazione sessuale prima, durante o poco dopo la penetrazione, e che avviene prima che il soggetto lo desideri.