…DOVE IL DENTE DUOLE

Vorremmo precisare alcune considerazioni già pubblicate in altri momenti: la confusione dei ruoli professionali e delle relative competenze.
1)    Se la maggiore diffusione di notizie, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, servisse esclusivamente ad elargire informazioni veritiere, avremmo sicuramente un mondo migliore. Peccato che gli stessi sistemi di comunicazione servano anche a mistificare la verità. Ci viene in mente, ad esempio, il neurologo che essendo uno specialista diverso dallo psichiatra, non ha, di conseguenza, la competenza del trattamento dei disturbi della psiche (= anima). Eppure la gente (e alcuni medici pure, che non differenziano e non informano al paziente la corretta prospettiva diagnostica – terapeutica del disagio / disturbo psichico) continua ad affidare il proprio disagio emotivo nelle mani di un medico specializzato sulle patologie organiche, quelle dei “nervi”, che si serve di un trattamento psicofarmacologico studiato sui libri ma non applicato sul campo specifico, privo di progettualità diagnostica e di competenza psicoterapeutica. Egli si affida (il neurologo) “all’arte dell’arrangiarsi” per lavorare in modo improprio, tradendo la propria effettiva scelta e competenza scientifica del suo studio: M. di Parkinson, SLA, sclerosi multipla etc. Sarebbe invece ora che la Psichiatria si risollevasse dal riduzionismo biologico e mirasse a salvaguardare anche in ambito accademico l’identità della Psichiatria “in decadenza”, così come sarebbe ora che la gente si spogliasse dell’ottusità ideologica e pregiudizievole acculturandosi meglio sui problemi riguardanti la propria salute. Inoltre sarebbe pure ora che per serietà, coerenza e onestà intellettuale qualche professionista di altra competenza facesse un passo indietro, rientrando nel proprio ruolo. A produrre i veri cambiamenti sono le grandi verità, che, però, vengono frenate dagli interessi ideologici e dalle paure di molti.
Non a caso il processo a Galileo Galilei, che aveva sovvertito la teoria tolemaica, viene interpretato come la lotta del libero pensiero contro ogni costrizione esterna.

2)    La Psichiatria attraversa un momento fragile e rischioso della sua storia evolutiva: la perdita della sua identità e la necessità di una sua riappropriazione. Fattori di vario genere l’hanno rilegata sul settore esclusivo delle neuroscienze, deprivandola dello studio di quella componente psicologica, senza la quale la Psichiatria è ridotta a semplice “biologia della mente”. Nessuna riflessione epistemologica sembra finora aver stimolato il concetto, secondo il quale nessuna biologia potrà mai spiegare l’evoluzione e la personalizzazione delle caratteristiche di un pensiero o la dinamica evolutiva di fenomeni, quali l’ansia, la fobia, l’ipocondria o quella di un amore per l’arte, di un animo romantico o di un’emozione di gioia.

The substance of the matter (= entriamo nel merito)

Se il contenuto dei versi di Giacomo Leopardi “la quiete dopo la tempesta” o di quella dell’Iliade “… l’ira funesta del Pelide Achille, che infiniti addusse lutti agli Achei” fossero tradotti in un quadro sintomatologico ispirato ai criteri dell’odierna nosografia psichiatrica ( DSM – 5; ICD – 10), ci troveremmo senz’altro di fronte ad un “disturbo bipolare” come quello che oggi è tanto diffusamente etichettato e anche ripetuto a sproposito dagli stessi inermi pazienti. Non sono pochi i disturbi psichici che oggi vengono inquadrati in questa etichetta diagnostica oltre a quella “dell’attacco di panico”. Non si contano gli psichiatri che oggi includono in questi disturbi e che niente hanno a che vedere con il significato del termine “bipolare”. Quanto espresso corrisponde alle nostre esperienze quotidiane cliniche di oltre rispettivamente 40 e di 30 anni in questo campo. Altre due sono le ipotesi: o esiste un “virus” del disturbo bipolare che ha contagiato tutti i disturbi psichici omologandoli sotto la stessa espressività, o gli psichiatri veri non esistono più nella misura in cui non sono più capaci di andare oltre il sintomo, di conoscere il mondo interiore dell’altro, inteso come soggetto e struttura di personalità unici al mondo. E’ ora di dire basta ad un’altrettanta psichiatria selvaggia che ha lasciato a casa “l’Essere umano” e che non è giunta ancora a capire che nessuna nosografia riduzionista potrà mai contenere la complessità dell’essere umano, né potrà mai consentire di esplorare la singolarità dell’essere psichico. E’ avvilente constatare quanto investano oggi il mondo della Psichiatria diagnosi e terapie inappropriate. E’ ovvio che se si sbaglia la diagnosi, si sbaglia anche la terapia. Ma chi è che ha l’interesse di pilotare certe sintomatologie verso quella diagnosi avulsa da ogni contesto storico, psicologico ed umano del paziente?

Therefore  (=conclusioni)

Bè, le Impressioni le lasciamo a voi. Abbiamo voluto soltanto tirare un sasso provocatorio nella palude del provincialismo del nostro ambiente.

TANTI AUGURI

 

  Prof. Gennaro Iorio                                                                                                                                                      Dr. Riccardo Pulzoni
Università “SUN” Napoli                                                                                                                                               Università “Sapienza” Roma