Il pericolo dell’individualismo radicale del pensiero moderno
Oltre al conformismo, altro pericolo è l’individualismo imperante nella società odierna. L’induzione alla liberazione da ogni vincolo di dipendenza, sia quella relativa al giudizio e all’opinione altrui, sia quella di tipo affettivo, fa correre non pochi rischi, se portata all’estremizzazione. L’aspirazione al concetto della totale indipendenza potrebbe fare da paravento a quella tendenza attuale dell’isolamento dell’individuo dal resto della società. Questa tendenza, alimentata anche da altri fattori, potrebbe portare a quel grosso rischio, che è “la solitudine” ed il “vuoto” esistenziale, che stanno creando non pochi problemi in un modello societario, come per es. quello svedese basato sui principi di indipendenza. Solo oggi si stanno raccogliendo i frutti negativi di quei principi, che qualche anno fa facevano apparire la Svezia (1) all’avanguardia del progresso civile e sociale.
La nostra cultura umanistica, sposata ad un pensiero critico e riflessivo, non c’impedisce di pensare che una cosa è la liberazione da dipendenze patologiche e l’affermazione della fiducia nelle proprie capacità, un’altra è l’annullamento di vincoli e di valori che legano l’individuo ai suoi simili, nell’ambito di un contesto societario, che non potrebbe esistere, se fosse basato solo sull’indipendentismo e l’individualismo. Per non parlare della manipolazione che potrebbe essere fatta di una società disgregata, questa è si da parte dell’egoismo e dell’individualismo di pochi.
Prof. G. Iorio Dr. R. Pulzoni
NOTE:
(1) A volte il nostro sentimento italiano di inferiorità verso i cosidetti paesi “evoluti” ci fa perdere di vista la realtà e le nostre risorse come storia, come popolo, come civiltà e anche come collocazione geografica.
Anni fa, in Svezia, andai a visitare una clinica psichiatrica a circa un’ora di macchina distante da Stockholm. Questa clinica era meravigliosamente posizionata in mezzo ad un bosco innevato, con gli scoiattoli che ne facevano da cornice.
Mi presentai e fui condotto dal Caposala, un simpatico signore latino – americano, per visitare la clinica e le eventuali innovazioni svedesi.
Era come supponevo, tutto perfetto; le stanze curate, pulitissime, i luoghi di terapia individuale e di gruppo, gli ateliers… insomma tutto era perfettamente sincronizzato: “la creazione di una realtà inventata”.
La tipologia dei pazienti era: Dist. Schizofrenici/Schizoaffettivi; Dist. Bipolari; Dist. Gravi della Personalità. L’altezza media per gli uomini era 190 cm; quella delle donne 178 cm. Li osservano tutti in fila, in ordine militaresco, amimici, inespressivi. Eppure, mi confidava il caposala, i pazienti sono tutti tranquilli e felici.
Allora gli chiesi: poiché in Italia così come qui in Svezia, gli psicofarmaci sono sostanzialmente gli stessi (magari con dosi differenti per la natura fisica mediamente diversa), come fate o cosa fate voi a gestire le crisi psichiche acute? Sai, da noi in Italia, almeno dove dirigo una clinica con 135 ospiti, si verificavano per disparati motivi delle reazioni di “vita” e di rispettabile dolore. Noi cerchiamo di gestirli con la tolleranza, cercando in qualche modo di entrare e in parte compartecipare nel loro mondo per confortarli, per non farli sentire isolati, sostenendoli psicoterapeuticamente e non solo farmacologicamente.
Lui rispose: Ah noi no! Non permettiamo ciò… Al primo atteggiamento oppositivo e/o di reazione (e nel frattempo mi guidava verso una stanzetta nascosta) applichiamo subito qui (nella stanzetta) l’ESK (ovvero l’elettroshock terapia, metodo tra l’altro scoperto intorno al 1938 dal Prof. Ugo Cerletti nella Clinica di Malattie Nervose e Mentali di Roma) così il sistema resta in equilibrio e senza sconvolgimenti…
Alla faccia del bicarbonato! Esclamava Totò. Beh, saremo più poveri economicamente, più individualisti e disorganizzati (e qui magari dovremmo imparare ad adeguarci) o più romantici… Ma almeno molto, ma molto più tolleranti ed umani. La cultura umanista c’entra… eccome c’entra.. Questa differenza dovrebbe essere il nostro vanto di civiltà e non di sudditanza…