Senza la morte non si sarebbe costruita la religione: la morte è quella forza motrice che spinge l’uomo alla ricerca, alla riflessione di ciò che è oltre, ovvero l’immortale.
Gli animali invece sono privi di religione perché non hanno consapevolezza della morte. L’uomo consapevole, colui non inebriato da droghe o da credenze schizoidi, giungerà alla conclusione del non senso di essere possessivi.
La vita, prima o poi, scivolerà, svanirà. L’unica certezza è la morte, ma continuiamo a parlare di grandi cose soltanto per evitare la realtà. La gente che fa domande a Dio non lo troverà mai, coloro che invece fanno domande sulla morte son destinate a trovare Dio poiché la morte trasforma te e la tua visione della vita. Questo interrogativo è una domanda reale.
Se questa vita finirà con la morte, allora questa non può essere la vita reale, questo significa che questa vita è un’illusione. La verità deve essere eterna per essere vera. Soltanto le menzogne sono temporanee. La storia è tipica e simbolica. Nessun genitore vuole la presa di coscienza della morte per i propri figli, giacchè comincerebbero a far loro domande imbarazzanti.
Ecco quindi che i cimiteri li troviamo fuori dalle città, lontani dagli occhi e dalla presenza quotidiana della gente.
Il cimitero invece dovrebbe stare al centro delle città in modo che tutti si ricordino della morte e delle insensatezze umane. Ma la morte è Tabù in occidente, proprio come lo è il sesso, anzi oggi la morte lo è di più. S. Freud aveva riportato la morte alla coscienza dell’uomo, così come han fatto eccellenti studiosi come A. M. Di Nola: dal “Trionfo della Morte” alla “Morte Trionfata”.
In Occidente, quando una persona muore, lavano – profumano – decorano e truccano il suo corpo. Vi sono proprio gli “estetisti” del settore che presentano il morto con le guance rosee, il viso illuminato e truccato in uno stato di gioia, calma e beatitudine.
E’ un’illusione! Ma non si sta illudendo il morto, si illudono i vivi con tali abbellimenti, con i fiori intorno e il trasporto in auto di lusso. Il corteo, quando egli era vivo, non lo stimava, ora da morto tutti lo lodano e apprezzano.
Si cerca di rendere la morte più bella possibile, illudendosi che siano sempre gli altri a perire. Ma nessuno è un’eccezione. La morte è veramente comunista e non si preoccupa di chi tu sia.
Questo mondo è un’illusione: vedi qualcosa ma non è quella reale. Il religioso va in chiesa ogni domenica, crede in Dio e non sa niente di Dio, crede nella vita eterna e non ne conosce il sapore. Non ha visto niente ma finge di vedere. A volte il non religioso è più autentico e sincero. La persona che dichiara coraggiosamente: “a meno che non arrivi a conoscere Dio, non crederò” è già onesto e sincero. Gli atei hanno più possibilità di conoscere Dio che non i cosidetti credenti.
Albert Einstein in fin di vita disse: “ho il sospetto di aver sciupato la mia vita. Ho fatto ricerche sulle stelle più remote e ho dimenticato completamente di ricercare me stesso. E io ero la stella più vicina!”.
Il corpo è un fenomeno temporaneo: un giorno non esisteva e un giorno di nuovo non esisterà. Esiste solo temporaneamente; è come la schiuma bianca di un’onda che al sole forma un arcobaleno o una visione di cascata di diamanti… Ma se la raccogli nelle tue mani, essa scompare. Ti restano solo le mani bagnate. Nel corpo bello cresce la morte, è solo una questione di tempo. Lo stesso giorno che nasci cominci a morire e ogni giorno che passa è un morire ogni giorno in più. Il compleanno in realtà non è l’anniversario della tua nascita bensì è l’anniversario della tua morte. Se hai 58 anni e ne vivrai 88, ti rimarranno solo trent’anni, 58 anni sono già morti! E’ schiuma, un attimo nello spazio dell’eternità. La gente continua a dannarsi per il potere, ad accumulare beni terreni…che finiranno.
Si narra: Alessandro Magno, sul letto di morte, volle che lungo il corteo funebre fino alla tomba le sue mani fossero esposte bene alla vista del popolo, penzolanti. Perché? Egli voleva far sapere al suo popolo che se ne andava via senza averi. Volle far capire a tutti la sua idiozia, l’inutilità delle guerre e delle vittorie… la sua follia.
Se non hai più desideri terreni allora la morte non avrà più influenza su di te.
I desideri creano l’avidità e quest’ultima crea la competizione e questa ancora crea la gelosia. Desiderio significa volere di più, bramare di più. Quando hai ventimila euro non sei soddisfatto…. Moltiplichi la quantità e non sei comunque soddisfatto….qualcun altro ne avrà di più di te e allora ti fai venire la febbre dell’anima: la gelosia. Pochi soffrono di febbre fisica curabile dal medico, tantissimi invece di febbre spirituale: la gelosia; cioè di chi ne ha più di te. Non si può essere primi in tutto, è impossibile!
La gelosia diventa distruzione e violenza. La morte può vedere solo una persona che vive nei desideri. Se invece abbandoni i desideri diventi invisibile alla morte perché diventi pura consapevolezza. La consapevolezza è invisibile, è luce.
L’uomo che cerca la felicità nel mondo esteriore è addormentato. Le cose viste da lontano sono belle, dopo che le hai ottenute sono prive di contenuto, è un miraggio. Tanti personaggi lo testimoniano: da Voltaire a K. Cobain o Marilyn oppure Elvis. Se hai fama sei stanco di averla, se hai soldi non sai più che farne, se sei osannato diventi schiavo del pubblico. Non sei appagato perché non sei entrato nella tua interiorità. I ricchi sono più scontenti dei poveri anche se non dovrebbe essere così secondo la logica aristotelica. Ma è insensato dire che i poveri indiani siano soddisfatti! Essi non sono ricchi interiormente, non si possono permettere un momento d’esser scontenti, di rimurginare sulla propria miseria, devono pensare al pane quotidiano.
Quando una società è ricca ha il tempo di pensare e a causa della ricchezza diviene consapevole della futilità della ricchezza.
Molta più gente si suicida nei paesi ricchi rispetto a quelli poveri. Molta più gente si ammala psichicamente nei continenti più ricchi. In un certo senso essere ricco è pericoloso: ti può condurre al suicidio, alla follia megalomanica o paranoicale, alla anoressia. Ma paradossalmente la ricchezza può portarti verso la tua interiorità, generare in te una rivoluzione interiore, un modo di esser religioso.
Abbiamo nel mondo due tipi di religiosità: quella del povero (materialista) e quella del ricco (spirituale). Quando un ricco prega, nella sua preghiera non chiede denaro, altrimenti non sarebbe ricco a sufficienza. Sarebbe bello che si diffondesse una religione ricca e quindi in una società del benessere in cui la gente diventando completamente frustrata dalla ricchezza del mondo esterno sperimenti l’interiorità.
L’ape non sciupa un fiore, non distrugge il suo profumo: il fiore non si accorge mai dell’ape che in silenzio arriva e in silenzio se ne va. L’ape non accumula per il domani, non raccoglie per il domani, l’oggi basta.
Un poeta scrisse: quando mi innamoro di una persona realmente bella, non riesco ad essere possessivo perché possederla sarebbe distruggerla, ridurla ad oggetto, distruggendo il suo spirito.
Rimaner fluente come un fiume, non divenir stagnante, non focalizzarsi sugli errori altrui.
Osserva invece i tuoi stessi errori, ciò che hai fatto o hai tralasciato di fare. Se vuoi essere trasformato, trascura le colpe altrui, altrimenti entri nel vizio dell’Ego, prendi coscienza invece delle tue, affinché le superi e le cambi non tanto per il pentimento bensì del ricordo.
Il Cristiano ricorda gli errori per pentirsi, il Buddismo non crea sensi di colpa o richiede pentimento, chiede il ricordo.
Il passato è passato, è andato via per sempre, sii più attento e consapevole.
Le parole sacre scritte meccanicamente sono belle ma vuote.
Sono come dei fiori attraenti ma senza profumo, come di plastica, non vivi.
Fare esperienza propria, divenire risvegliato e consapevole, allora le tue parole saranno profumate, dense di significato, di evoluzione spirituale ….. e allora non si morirà mai.
OdracciR